I fantasmi e i bambini: un legame inspiegabile
I fantasmi e i bambini: un legame inspiegabile
La casa si anima di presenze invisibili. Un piccolo, seduto in un angolo della stanza, sorride a qualcuno che solo lui sembra vedere. I genitori si scambiano uno sguardo preoccupato: "Sta parlando con un amico immaginario" si dicono, ma un brivido freddo gli percorre la schiena. È una scena che si ripete in innumerevoli testimonianze e storie legate al paranormale: i bambini, con la loro innocenza e la loro mente non ancora "contaminata" dalle convenzioni del mondo adulto, sembrano avere una particolare sensibilità verso ciò che noi non riusciamo più a percepire.
Ma perché si dice che i bambini vedano i fantasmi?
La teoria della purezza e della sensitività
Una delle ipotesi più diffuse nel mondo del paranormale è che i bambini, non avendo ancora sviluppato il filtro mentale che ci porta a razionalizzare ogni cosa, siano più aperti e recettivi alle energie sottili. La loro psiche, ancora in fase di formazione, sarebbe meno "protetta" e più permeabile alle frequenze di altri piani esistenziali. Non hanno pregiudizi o paure preconcette, e questo li renderebbe dei canali ideali per le manifestazioni spiritiche.
Molti medium e sensitivi affermano di aver notato questa particolarità: la capacità di un bambino di interagire con le presenze è spesso spontanea e non filtrata, a differenza di un adulto che deve "allenare" la propria percezione. È come se noi, crescendo, avessimo imparato a chiudere un canale sensoriale che in passato era sempre aperto.
Amici immaginari o entità?
Spesso, quando un bambino descrive un "amico immaginario", gli adulti tendono a minimizzare, etichettandolo come una fase normale dello sviluppo. E in molti casi è così. Tuttavia, ci sono testimonianze che lasciano perplessi. Genitori che hanno sentito il proprio figlio descrivere un personaggio con dettagli storici precisi, di cui il bambino non poteva essere a conoscenza. O, ancora, bambini che interagiscono con presenze che sembrano proteggerli o aiutarli.
La differenza tra un amico immaginario e un'entità potrebbe risiedere proprio nella persistenza e nella coerenza del "personaggio". Se il bambino continua a parlare della stessa entità per mesi o anni, e le sue descrizioni non cambiano, potrebbe non trattarsi di una semplice invenzione. Alcuni esperti suggeriscono di non ignorare mai le parole dei bambini, ma di ascoltarli attentamente, cercando di capire se ciò che descrivono ha un fondamento nella realtà del luogo in cui vivono.
La scienza e lo scetticismo
Ovviamente, il mondo scientifico non accetta questa teoria. Psicologi e neuroscienziati spiegano il fenomeno degli "amici immaginari" come un meccanismo di coping, un modo per elaborare emozioni o semplicemente per sviluppare la creatività e la socializzazione. La mente di un bambino è incredibilmente potente e in grado di creare mondi interi per esplorare la realtà. Eventuali "visioni" possono essere spiegate con allucinazioni ipnagogiche o ipnopompiche (quelle che si verificano prima di addormentarsi o al risveglio) o con l'iperattività della loro immaginazione.
Eppure, le storie continuano a moltiplicarsi. La domanda resta: è solo un'invenzione della mente o c'è qualcosa di più?
Se avete mai assistito a un evento simile, come vi siete sentiti? Avete cercato una spiegazione razionale o avete aperto la vostra mente all'idea che i bambini possano vedere ciò che a noi, adulti, è precluso?

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